Alimentatore del computer o del telefono rotto? Ecco quando puoi ripararlo e quanto costa davvero

Quando un alimentatore di un computer o di un telefono smette di funzionare, si apre un dilemma: conviene davvero tentare la riparazione o è preferibile sostituirlo direttamente? La risposta dipende da diversi fattori, tra cui la gravità del danno, il valore del dispositivo e il costo della riparazione rispetto a quello di un nuovo componente. Per evitare rischi, soprattutto quando si tratta di apparecchi alimentati da corrente elettrica, è fondamentale sapere riconoscere le situazioni in cui è lecito tentare una riparazione o quando conviene affidarsi a un professionista.

Come capire quando l’alimentatore è davvero rotto

Il primo passo è distinguere tra un semplice malfunzionamento temporaneo e un vero guasto. I sintomi più comuni di un alimentatore difettoso sono:

  • Impossibilità di ricarica del dispositivo
  • Surriscaldamento anomalo
  • Presenza di odore di bruciato o rumori insoliti provenienti dall’alimentatore
  • Luce di stato spenta o lampeggiante (nei modelli dotati di LED)

È importante verificare l’integrità dei cavi e la presenza di polvere o sporco nei connettori prima di concludere che l’alimentatore sia da buttare. Capita spesso che il problema sia causato, ad esempio, da cavi danneggiati o ossidati anziché dal componente elettronico in sé. Nel caso degli smartphone, è frequente che il connettore di ricarica si sporchi o si danneggi, impedendo un corretto contatto fra alimentatore e dispositivo.

Un controllo accurato può essere fatto anche con l’ausilio di un multimetro, per stabilire se sia presente l’uscita di tensione prevista. Se sei pratico di elettronica, è possibile aprire il guscio del dispositivo (dopo averlo scollegato dalla corrente!), individuando cause evidenti di guasto come cavi interrotti, saldature fredde o condensatori gonfi.

Riparare l’alimentatore: quando è possibile e quando no

La riparazione di un alimentatore non sempre è l’opzione più sicura né la più conveniente. Vediamo i casi più comuni:

  • Cavi danneggiati: Se il problema è un cavo di uscita interrotto o in corto circuito, la riparazione può essere semplice e poco costosa per chi ha esperienza. Tagliare il tratto danneggiato e risaldare correttamente i conduttori può ripristinare il corretto funzionamento, come dimostra anche una documentata riparazione su un alimentatore di notebook da 19V 3,5A. Tuttavia, è fondamentale saper distinguere tra interventi banali e rischi di folgorazione, soprattutto con tensioni di rete elevata.
  • Connettori rotti: Nel caso degli smartphone, spesso il guasto è dovuto al connettore di ricarica. In alcuni casi la soluzione può essere una semplice pulizia; in altri, è necessario sostituire il pezzo. L’intervento richiede comunque attrezzatura e manualità, ma per alcuni modelli il costo della sostituzione è piuttosto contenuto, con prezzi a partire da 39 euro.
  • Danni interni ai circuiti: Se il guasto interessa una scheda elettronica interna – ad esempio, componenti danneggiati da corto circuito o sovratensione – la complessità aumenta. In questi casi, salvo si tratti di alimentatori costosi, la sostituzione è spesso più conveniente. Il costo di riparazione delle schede può andare da 40 a 100 euro, ma nei casi più gravi può superare di gran lunga il valore dell’alimentatore stesso.
  • Alimentatori di valore o fuori produzione: Per componenti costosi, particolari o non più reperibili, il tentativo di manutenzione ha più senso e può essere economicamente vantaggioso anche se il costo è elevato.

Quando l’alimentatore mostra segni di danno sui circuiti interni, la riparazione deve essere affidata solo tecnici qualificati, sia per sicurezza (rischio di folgorazione, incendi) sia perché un errore può danneggiare i dispositivi collegati. Alcuni centri offrono, in casi limitati, un servizio di riparazione gratuito: ciò può includere solo la manodopera, mentre i pezzi di ricambio restano a carico dell’utente.

Quanto costa riparare un alimentatore: prezzi reali

Il fattore economico è centrale nella decisione di riparare o sostituire un alimentatore. Ecco le principali fasce di prezzo emerse dalle fonti aggiornate:

  • Sostituzione o saldatura di cavi: Solitamente dai 20 ai 40 euro, sempre che il guasto non coinvolga altri componenti elettronici. Questo tipo di intervento può essere economico se effettuato da un tecnico o addirittura da un privato esperto con i giusti strumenti.
  • Riparazione di schede elettroniche: Il costo oscilla tra 40 e 100 euro, a seconda della difficoltà e del valore del dispositivo. In alcuni casi, la sostituzione completa è preferibile, soprattutto per alimentatori standard dal costo contenuto.
  • Sostituzione di connettori su smartphone: Prezzi a partire da 39 euro, compresa la manodopera per la pulizia e la verifica. È importante considerare che su dispositivi di fascia bassa, spesso la spesa si avvicina a quella di un caricatore nuovo.
  • Servizi gratuiti: In alcuni casi, si possono trovare offerte di riparazione gratuita della sola manodopera, con addebito esclusivo dei pezzi di ricambio, ma i tempi possono essere lunghi e il servizio dipende dalla disponibilità del tecnico.

Per formare un’idea precisa dei costi e delle tempistiche, è sempre consigliabile chiedere un preventivo prima dell’intervento. Le cifre possono variare ulteriormente se il guasto riguarda alimentatori particolari (notebook gaming, stazioni di ricarica rapida, accessori industriali), talvolta non sostituibili facilmente a causa della reperibilità o della compatibilità.

Quando conviene riparare e quando cambiare

La scelta tra riparazione o sostituzione andrebbe guidata non solo dal prezzo, ma anche da considerazioni di sicurezza, valore dell’oggetto e impatto ambientale. Ecco alcune regole pratiche da considerare:

  • Meglio riparare se il guasto è localizzato (ad esempio solo un cavo interrotto), il costo d’intervento è inferiore al 50% del valore dell’alimentatore nuovo, o se il componente è difficile da reperire.
  • Meglio sostituire quando il danno coinvolge la circuiteria interna e il costo di una riparazione supera la metà del prezzo di acquisto, oppure se non si dispone delle competenze e degli strumenti necessari.
  • Per gli elettrodomestici di valore e i dispositivi fuori produzione, la riparazione può risultare più sostenibile e rispettosa dell’ambiente, evitando sprechi e riducendo i rifiuti elettronici.
  • In caso di guasti a alimentatori switching ad alta tensione, non improvvisare mai: errori o riparazioni casalinghe improvvisate possono essere molto pericolose.

Nel caso dei telefoni cellulari, interventi di pulizia e sostituzione dei connettori possono rappresentare una soluzione temporanea conveniente su device ancora in buone condizioni, ma si valutino sempre anche l’età del telefono, la presenza di garanzia e l’affidabilità del centro assistenza.

Suggerimenti finali

Il guasto di un alimentatore non sempre significa la fine del dispositivo: una diagnosi accurata e una valutazione dei costi sono gli strumenti migliori per decidere. Affidati sempre a tecnici qualificati per problemi che implicano tensioni di rete, e ricordati che, a fronte di alcune piccole spese, puoi anche risparmiare notevolmente ed evitare di contribuire all’accumulo di rifiuti tecnologici.

Lascia un commento