I call center ti chiamano di continuo? Ecco come hanno ottenuto i tuoi dati personali

Essere tempestati di chiamate dai call center è una realtà sempre più diffusa e spesso difficile da gestire. Molti si chiedono da dove arrivino i dati personali e come sia possibile che il proprio numero finisca nelle disponibilità di operatori che propongono offerte commerciali, promozioni o, talvolta, tentativi di truffa. Comprendere i meccanismi alla base della raccolta e della circolazione dei dati è essenziale per tutelare la propria privacy e limitare le chiamate indesiderate.

Come i call center ottengono i tuoi dati personali

Alla base del problema vi è spesso un sistema poco trasparente di raccolta e scambio dei dati. Molti utenti concedono inconsapevolmente l’autorizzazione all’uso del proprio numero di telefono e di altre informazioni personali quando compilano moduli online, si registrano a servizi digitali, partecipano a concorsi o accettano offerte promozionali. In questi casi, la presenza di caselle pre-spuntate o di informative sulla privacy poco chiare fa sì che si dia il consenso, a volte anche solo scaricando un’app o iscriversi a una newsletter.

Il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), entrato in vigore nell’Unione Europea, impone vincoli precisi sul modo in cui i dati devono essere raccolti e trattati. In teoria, i call center possono utilizzare solo le informazioni raccolte con il consenso libero, specifico e informato dell’utente. Tuttavia, l’applicazione poco rigorosa delle regole, la difficoltà per l’utente medio di leggere e comprendere tutte le informative sulla privacy e la cessione o vendita dei database di numeri a terze parti complicano la situazione.

Altre fonti di raccolta: registri pubblici, social media e siti web

I siti di ricerca delle persone rappresentano un altro canale ampiamente sfruttato. Questi siti raccolgono dati identificativi da fonti pubbliche, da registri ufficiali o dai social media e rendono disponibili informazioni come numero di telefono, indirizzi, dati professionali, atti pubblici, licenze e altro ancora. Gli spammer, acquistando queste informazioni o accedendovi sui portali, possono agevolmente reperire numeri telefonici da contattare a fini commerciali o, nei casi peggiori, per compiere tentativi di truffa o phishing.

Un altro elemento di rischio è rappresentato dall’aver risposto in passato a chiamate spam. In tal modo si segnala al sistema che il numero è attivo e raggiungibile, aumentando la probabilità di ricevere ulteriori chiamate. Inoltre, ogni volta che si partecipa a sondaggi online, si lascia il proprio numero su forum o siti di e-commerce, è possibile che il dato venga condiviso senza un reale controllo da parte dell’utente.

Le tecniche al limite della legalità: caller ID spoofing e vendita di database

Un fenomeno sempre più diffuso è quello del caller ID spoofing, pratica mediante la quale chi chiama maschera o modifica il numero che appare sul display del ricevente, fingendosi ad esempio un istituto bancario o un ente riconoscibile. Questa tecnica sfrutta servizi VoIP e offre ai malintenzionati la possibilità di contattare vittime ignare senza lasciare traccia delle proprie reali generalità. Ovviamente, in questi casi la fonte del dato personale spesso si trova in database circolanti sul mercato nero o provenienti da violazioni di sicurezza di siti, aziende, o servizi online.

Accanto a queste pratiche discutibili, esiste un vero e proprio mercato della vendita di elenchi di numeri telefonici. Aziende poco trasparenti raccolgono numeri tramite promozioni, moduli di consenso poco chiari e li rivendono ad agenzie di telemarketing o aziende di call center in cerca di nuovi utenti da contattare. In alcune situazioni, la filiera dei dati personali viene alimentata anche da soggetti che agiscono ai limiti della legalità o, peggio, nel pieno illegale, eludendo le disposizioni del GDPR e delle autorità di controllo.

Cosa puoi fare per difenderti efficacemente

La prima difesa consigliata è non rispondere alle chiamate provenienti da numeri sconosciuti, evitare di fornire ulteriori dati personali e non accettare offerte telefoniche in modo impulsivo. Bisogna sempre verificare l’autenticità di chi chiama e ricordare che nessun ente serio chiederà dati bancari o personali via telefono.

Un passo concreto è l’iscrizione al Registro Pubblico delle Opposizioni. Questo servizio gratuito permette di limitare l’inclusione del proprio numero negli elenchi utilizzati dai call center per scopi commerciali. L’iscrizione non garantisce una protezione totale, ma rappresenta un filtro significativo contro le chiamate indesiderate.

  • Utilizzo di app per bloccare le chiamate spam: Applicazioni come Truecaller, Sync.ME e Should I Answer utilizzano database aggiornati e segnalazioni degli utenti per identificare e bloccare chiamate sospette automaticamente.
  • Richiedere la cancellazione dei dati personali: In base al GDPR, ogni persona ha il diritto di chiedere la rimozione o la limitazione dell’utilizzo dei propri dati presso il titolare del trattamento, incluso il call center che effettua la chiamata. Questo diritto può essere esercitato anche direttamente telefonando o inviando una richiesta scritta.
  • Verificare il consenso dato: Controllare periodicamente a quali servizi si è dato il consenso all’uso dei dati personali, modificare le impostazioni sulla privacy e revocare le autorizzazioni ritenute non più necessarie.
  • Attenzione alle truffe via caller ID spoofing: Diffidare dalle chiamate in cui viene richiesto di fornire dati personali o di effettuare azioni sospette, anche se il numero visualizzato sembra attendibile. In caso di dubbio, richiamare i recapiti ufficiali degli enti coinvolti e non quelli forniti dall’interlocutore telefonico.

Nel caso in cui le chiamate moleste persistano, è possibile presentare un reclamo al Garante per la protezione dei dati personali, indicando chiaramente la natura delle chiamate e fornendo tutte le informazioni raccolte.

In conclusione, la consapevolezza del valore dei propri dati personali è il primo strumento di difesa. Essere informati sul funzionamento dei call center, sulle tecniche di raccolta e sugli strumenti disponibili per la tutela della privacy, permette di ridurre notevolmente i rischi di essere contattati, proteggendo non solo la propria serenità, ma anche la propria sicurezza.

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