Le materie prime rappresentano da sempre un pilastro fondamentale nei portafogli degli investitori che cercano opportunità di diversificazione anche nei contesti economici più turbolenti. Nel 2025, il quadro macroeconomico e geopolitico globale invita a guardare con rinnovata attenzione ad alcune specifiche commodity, considerate le più promettenti sia per trend strutturali sia per la congiuntura favorevole degli ultimi mesi. Individuare i settori e le materie prime più redditizie può fare la differenza tra un investimento di successo e uno mediocre.
Metalli preziosi in testa per performance e prospettive
Durante la prima metà del 2025, il comparto dei metalli preziosi si è affermato come il migliore per rendimento tra i fondi azionari settoriali globali, grazie principalmente al ritorno di interesse verso l’oro come bene rifugio in una fase di forte incertezza sui mercati e di volatilità geopolitica. Nel dettaglio, l’oro ha registrato un rialzo superiore al 24%, seguito da argento e platino, con quest’ultimo che ha segnato una crescita del 48%, pur restando escluso da alcuni indici di riferimento per motivi di liquidità e produzione analizzati nei criteri degli analisti finanziari.
La corsa dell’oro riflette la crescente avversione al rischio e le tensioni internazionali, che spingono investitori istituzionali e privati verso asset dal valore intrinseco e storico di porti sicuri. Parallelamente, l’argento beneficia sia della domanda industriale sia del suo tradizionale ruolo di riserva di valore.
Metalli strategici per la transizione energetica e tecnologica
Guardando oltre i metalli preziosi, un’attenzione crescente riguarda le materie prime strategiche utili per la transizione energetica e la crescita delle tecnologie avanzate. Tra queste, spiccano litio, nichel, cobalto, manganese e grafite — elementi essenziali per la produzione di batterie ricaricabili, mobilità elettrica, elettronica avanzata e componenti per settori in rapida espansione.
Gli investimenti in questi materiali sono sostenuti dalla scelta strategica di molti Stati — in particolare europei — di voler ridurre la dipendenza dagli approvvigionamenti esteri e sviluppare catene del valore interne. Le recenti iniziative della Commissione Europea e dei principali Paesi industrializzati puntano a garantire un accesso sicuro alle risorse fondamentali. Ad esempio, per il litio sono stati già avviati oltre venti progetti in Europa, rendendo questa materia prima un’apripista della transizione verso la mobilità elettrica.
- Litio: cruciale per il settore automotive elettrico; domanda in crescita esponenziale grazie alla diffusione delle auto elettriche e ai crescenti investimenti nella produzione di accumulatori.
- Nichel, cobalto e manganese: fondamentali nella chimica delle batterie di nuova generazione; aumentano di valore con l’espansione dell’industria delle energie rinnovabili e dell’elettronica consumer.
- Grafite: indispensabile per anodi di batterie; soggetta a forti pressioni dalla richiesta di tecnologie sempre più performanti.
La domanda di questi materiali è sostenuta anche dagli ingenti fondi pubblici stanziati in Europa, che hanno già indirizzato più di 22 miliardi di euro in progetti strategici, spingendo queste commodity tra le più redditizie e promettenti per chi intende puntare sui trend della green economy e della decarbonizzazione.
Commodities classiche e agricole: tra conferme e rischi
Bene hanno fatto anche alcune commodity tradizionali, con il rame che si è distinto per performance grazie al suo ruolo chiave nelle infrastrutture energetiche globali e nelle tecnologie per la trasmissione dell’energia. Questo metallo ha registrato un incremento vicino al 25% nella prima metà del 2025, beneficiando della rinnovata spinta agli investimenti infrastrutturali e dei piani di sviluppo energetico in Asia e Stati Uniti.
Rimangono invece più volatili e soggette a cicli stagionali le materie prime agricole. Se il comparto cereali è stato penalizzato da abbondanti scorte e raccolti eccezionali, la soia ha tenuto grazie alle prospettive dei biocarburanti e delle nuove filiere energetiche basate su oli vegetali. Si segnala in questo ambito la possibilità di sorprese positive nella seconda metà dell’anno, soprattutto in caso di nuovi accordi commerciali con grandi importatori asiatici.
- Rame: in crescita grazie all’espansione delle infrastrutture energetiche e digitali.
- Bestiame vivo: nell’universo delle materie prime agricole, si è distinto tra i pochi comparti in crescita significativa (+18,1%).
- Cereali (mais e grano): hanno frenato, condizionati da surplus produttivi e previsioni meteorologiche favorevoli sia nell’emisfero sud che nord.
Quali strategie adottare per investire nel 2025?
Nell’attuale scenario economico, la strategia più efficace per sfruttare la volatilità e le opportunità delle materie prime è data dalla diversificazione e dalla selezione attenta delle classi di asset. Gli esperti finanziari osservano che l’interesse per i beni reali torna a crescere proprio nei momenti in cui l’inflazione e l’incertezza globale riducono l’appeal di titoli tecnologici o obbligazionari.
La convinzione generale per il 2025 è che puntare su metalli preziosi e materie prime strategiche — come quelle collegate a batterie, transizione energetica, difesa e tecnologia avanzata — possa offrire rendimenti superiori alla media, grazie sia alle dinamiche dell’offerta che agli investimenti programmati a livello internazionale.
Un portafoglio intelligente nel 2025 terrà quindi conto di:
- Asset allocation dinamica: un bilanciamento tra metalli preziosi, metalli industriali e, in misura selettiva, materie prime agricole o energetiche.
- Analisi dei trend settoriali: privilegiare commodity sostenute da grandi progetti industriali, sviluppo tecnologico e investimenti infrastrutturali.
- Monitoraggio dei mercati: attenzione ai segnali macroeconomici e geopolitici che possono influenzare domanda e offerta, in particolare nelle aree più esposte a tensioni internazionali.
In sintesi, il 2025 si presenta come un anno di importanti transizioni nel panorama delle materie prime: i metalli preziosi confermano il loro status di bene rifugio, mentre le materie prime strategiche per tecnologie verdi e batterie offrono le più promettenti chance di crescita. Una selezione attenta e la capacità di anticipare i nuovi trend globali saranno i fattori chiave per realizzare investimenti davvero redditizi nel prossimo futuro.