Non solo reddito: ecco cosa cambia con il nuovo assegno di inclusione e chi può richiederlo

Il panorama delle misure di sostegno al reddito in Italia ha subito profondi cambiamenti con l’introduzione dell’Assegno di Inclusione (ADI), pensato per sostituire il Reddito di Cittadinanza a partire dal 2024 e rivisitato ulteriormente con la Legge di Bilancio 2025. Questa nuova misura nasce dall’esigenza di offrire un supporto più mirato, aggiornare le soglie di accesso e favorire percorsi di inclusione sociale e lavorativa. L’ADI è divenuto uno strumento centrale nella lotta alla povertà, coinvolgendo centinaia di migliaia di nuclei familiari, soprattutto quelli più fragili, e rappresentando uno dei principali pilastri del welfare nazionale.

Principali novità normative: cosa cambia con il 2025

L’anno 2025 ha segnato una svolta per l’Assegno di Inclusione grazie a una serie di modifiche sostanziali introdotte dalla Legge di Bilancio. Primo fra tutti, l’innalzamento delle soglie ISEE e di reddito familiare necessarie per l’accesso: dal 1° gennaio sono più elevate rispetto al passato, ampliando così la platea degli aventi diritto. In presenza di carichi di cura, cioè quando in famiglia sono presenti minori, disabili, over 60 o persone in condizione di svantaggio, viene attribuito d’ufficio un coefficiente aggiuntivo sulla scala di equivalenza, che adegua l’importo spettante e rende il sostegno più adeguato alle reali necessità familiari.

Nel primo semestre del 2025 i dati INPS hanno mostrato una crescita degli aventi diritto: 750.000 nuclei beneficiari, pari a un incremento del 7% rispetto al 2024. Solo nel mese di giugno, quasi 666.000 famiglie hanno ricevuto l’ADI, con un importo medio di 694 euro. I beneficiari risultano così ripartiti: oltre 250.000 nuclei con minori, 261.000 con disabili, 341.000 con soggetti di almeno 60 anni, 13.000 in condizione di grave svantaggio, e 236.000 con comprovati carichi di cura.

Chi può richiedere l’Assegno di Inclusione

L’ADI è pensato come misura riservata ai nuclei familiari vulnerabili, ovvero quelli che presentano almeno una delle seguenti condizioni:

  • Presenza di minori.
  • Almeno un componente over 60.
  • Presenza di soggetti con disabilità o in carico ai servizi sociali.

Tra i requisiti economici, il nuovo limite ISEE sale a 10.140 euro per famiglie con minori o disabili e a 8.190 euro per nuclei composti solo da ultra 67enni o persone con disabilità grave. L’importo si mantiene a 10.140 euro anche nei casi di affitto, beneficiando del calcolo sulla scala di equivalenza.

Per presentare domanda servono inoltre:

  • 5 anni di residenza in Italia, di cui almeno gli ultimi 2 in modo continuativo.
  • Presenza di cittadinanza o permesso di soggiorno adeguato.
  • Esclusione per chi possiede determinati beni immobili o mobili di elevato valore.
  • L’ammissione è consentita anche per soggetti affidati a servizi sociali o presi in carico da centri antiviolenza su ordine giudiziario.

Importi, durata ed erogazione: dettagli fondamentali

L’importo dell’Assegno di Inclusione è calcolato sulla base del reddito familiare, dei componenti del nucleo e della presenza di situazioni particolari come carichi di cura. Nel 2025 l’importo medio si attesta sui 694 euro mensili, ma può variare in funzione della dimensione della famiglia e delle fragilità presenti. Negli anni passati, la media mensile era attorno ai 620 euro, con un aumento sensibile nelle regioni meridionali, confermando l’esistenza di un divario territoriale nell’accesso al sostegno.

La durata standard dell’ADI è di 18 mesi consecutivi: dopo tale periodo, il diritto decade, ma è prevista la possibilità di rinnovo per ulteriori 12 mesi, previa sospensione di un mese tra un ciclo e l’altro. Questo meccanismo punta ad evitare abusi e a stimolare il reinserimento sociale e lavorativo, anche grazie ai percorsi di attivazione previsti.

Un elemento di forte novità riguarda poi la compatibilità con piccoli redditi da lavoro: se il componente che richiede l’ADI percepisce redditi da lavoro fino a 3.000 euro lordi annui, l’erogazione resta inalterata. Solo per importi superiori viene effettuato un ricalcolo.

Percorsi di inclusione, sospensioni e futuro della misura

L’Assegno di Inclusione, oltre alla componente economica, si caratterizza per la dimensione di inclusione sociale e lavorativa. La domanda e il diritto al beneficio sono strettamente legati alla partecipazione a percorsi di attivazione personalizzati, definiti in collaborazione con i servizi sociali e i centri per l’impiego. Questo obbligo è stato introdotto per stimolare non solo un sostegno passivo, ma anche l’inserimento attivo nel mondo del lavoro o in progetti formativi qualificanti.

Tra le principali regole, si segnala la possibilità di sospensione del beneficio dopo i primi 18 mesi di erogazione: il rinnovo per altri 12 mesi prevede infatti l’interruzione di un mese tra il primo e il secondo ciclo. Questa novità normativa mira a rafforzare l’efficacia dei controlli e a favorire la rotazione fra i beneficiari, assicurando che la misura sia rivolta davvero ai nuclei più in difficoltà.

In caso di prosecuzione di un percorso di formazione, la legge consente la proroga del beneficio fino a 12 mesi aggiuntivi, a testimonianza dell’importanza attribuita alla crescita delle competenze e alla preparazione professionale come leve d’uscita dalla condizione di vulnerabilità.

  • L’ADI è un beneficio fondamentale per migliaia di famiglie in situazione di difficoltà, dedicato ai più deboli e fortemente rinnovato per garantirne maggiore equità ed efficienza.
  • L’incremento delle soglie ISEE e il maggior riconoscimento dei carichi di cura rappresentano passi decisi verso un sistema di welfare più giusto e inclusivo.
  • L’evoluzione della misura sarà oggetto di costante monitoraggio per verificare l’impatto reale sui livelli di povertà e sulle possibilità di inserimento sociale e lavorativo dei beneficiari.

Con i continui aggiornamenti normativi, l’Assegno di Inclusione si configura come una risposta flessibile ma rigorosa, richiama attenzione costante e consapevolezza dei requisiti per poter accedere a un sostegno essenziale in un contesto socio-economico complesso.

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