In molti pensano che la propensione al risparmio sia una caratteristica che accomuna soprattutto le economie più ricche, ma la realtà evidenzia sfumature sorprendenti tra i diversi Paesi. I dati più recenti mostrano come i depositi bancari delle famiglie, considerati uno degli indicatori principali della salute economica privata, varino notevolmente in base a fattori culturali, istituzionali e strutturali. L’analisi dei patrimoni familiari depositati in banca non solo fotografa la ricchezza, ma riflette anche livello di fiducia nei sistemi finanziari, accesso alle opportunità di investimento e meccanismi di protezione sociale.
Sistemi finanziari solidi e propensione al risparmio: Francia, Germania e nord Europa
La Francia domina la classifica europea come paese con la maggiore abitudine al risparmio, grazie a una solida tradizione culturale di prudenza finanziaria e a un articolato sistema di welfare che incentiva l’accumulo di risorse private. Con valori record secondo le ultime indagini 2023, i francesi sono da sempre attenti a limitare le spese superflue, incrementando anno dopo anno i risparmi depositati nelle banche. Seguono a distanza la Germania, la Svizzera, i Paesi Bassi e la Norvegia, dove strategie di investimento ben consolidate e l’attenzione alla gestione patrimoniale sono la norma. Questi stati si caratterizzano per:
- Alti livelli di ricchezza media per famiglia
- Sistemi di welfare avanzati e di copertura pensionistica
- Grande fiducia verso il sistema bancario
Non va dimenticato, ad esempio, che in Germania le famiglie detengono nei loro conti quasi tremila miliardi di euro in depositi, superando ampiamente la maggior parte degli altri membri dell’UE. Anche la Francia segue a ruota, con un tesoretto bancario familiare superiore a 1.900 miliardi di euro. In questi paesi le famiglie sono strutturalmente più orientate alla stabilità e al risparmio che non a rischiosi investimenti speculativi.
L’eccezione asiatica e i giganti mondiali del risparmio
Guardando al di fuori dell’Europa, alcune economie asiatiche si distinguono per l’elevata capacità di risparmio delle famiglie. In paesi come il Giappone, una cultura tradizionalmente votata alla parsimonia e il timore per la sicurezza economica futura portano i cittadini a privilegiare il deposito bancario rispetto agli investimenti più rischiosi. Anche in nazioni con economie dinamiche e in forte crescita come Cina e Corea del Sud, il risparmio rimane un valore fondamentale del tessuto sociale e familiare: si risparmia una quota significativa del reddito disponibile, spesso superando con facilità le percentuali osservate nelle economie occidentali più mature. Il rafforzamento del ceto medio e le limitate reti di welfare contribuiscono a spingere le famiglie verso una maggiore autodifesa patrimoniale.
Tuttavia, secondo i più recenti rapporti internazionali, sono alcune piccole nazioni, talvolta a sorpresa, a svettare per ricchezza media e accumulo di risparmi in banca. Il Lussemburgo, la Svizzera e l’Irlanda guidano la classifica mondiale per PIL pro capite e patrimonio medio, mostrando che la ricchezza di un paese può essere concentrata e distribuita in modo molto diverso rispetto al semplice ammontare della popolazione. L’efficacia del sistema finanziario, bassi livelli di tassazione e politiche di attrazione dei grandi capitali giocano un ruolo chiave nel risultato.
L’Italia tra luci e ombre: risparmi elevati ma disomogeneità territoriali
Analizzando il caso dell’Italia, emergono dati ricchi di spunti di riflessione. Le famiglie italiane possiedono secondo le ultime statistiche oltre 2.200 miliardi di euro di risparmi complessivi, di cui 1.131 miliardi sono custoditi come depositi presso le banche. Si parla di una media di 37.525 euro di risparmi pro capite, una cifra significativa anche se inferiore rispetto a quella di altri grandi paesi europei. Le ragioni vanno ricercate nella prudenza delle famiglie italiane, storicamente portate a mettere da parte il possibile, e nella bassa propensione al rischio quando si tratta di investimenti complessi, come titoli o azioni.
Tuttavia esistono forti differenze territoriali: città come Bolzano, Milano e Piacenza svettano per ricchezza familiare media e importo depositato, mentre province del Sud come Siracusa e Trapani restano ben al di sotto della media nazionale. La diversa distribuzione del reddito, le opportunità occupazionali e i livelli di crescita economica locale incidono direttamente sulla capacità di risparmio. Pur essendo tra i principali protagonisti europei sul fronte del risparmio, gli italiani mantengono una certa diffidenza verso strumenti di investimento innovativi, preferendo liquidità immediatamente disponibile e sicura.
I Paesi meno risparmiatori e fattori che influenzano il risparmio
Se le prime posizioni della classifica sono spesso occupate dai paesi dell’Europa occidentale e del nord, all’opposto si trovano alcune realtà dell’Europa dell’est e del sud. Paesi come Polonia, Spagna e Grecia registrano valori di risparmio bancario molto più bassi, complice sia una minore capacità di reddito sia una cultura meno orientata all’accumulo e più alla spesa immediata. In queste nazioni pesano anche livelli salariali inferiori e condizioni di incertezza economica che spingono le famiglie a privilegiare soprattutto la copertura delle spese correnti e dei consumi di base.
Tra i fattori che influenzano maggiormente la quantità di denaro depositata in banca nei differenti paesi troviamo:
- Livello medio dei salari e distribuzione della ricchezza
- Consapevolezza finanziaria e accesso all’educazione economica
- Sistemi fiscali e incentivi al risparmio
- Costo della vita e prezzi dei beni essenziali
- Opportunità di investimento alternative e politiche di welfare
Un caso esemplare è il Belgio, dove gli alti salari medi e un sistema fiscale favorevole hanno consentito alle famiglie di risparmiare circa il 5% del proprio reddito mensile. Ciò si traduce in un tessuto sociale meno esposto ai rischi di emergenze economiche e in una maggiore propensione a valutare con attenzione ogni spesa.
I dati più recenti confermano che in Europa il risparmio resta una priorità per molte famiglie: lo stock complessivo di risparmi nell’UE supera i 9,5 trilioni di euro, con un tasso medio attorno al 15% rispetto al reddito annuale, nettamente superiore rispetto agli Stati Uniti dove la tendenza alla spesa è più marcata. Questo dimostra quanto la storia finanziaria, le politiche statali e la percezione di sicurezza sociale influenzino le scelte di milioni di cittadini.
In sintesi, la classifica dei paesi dove le famiglie detengono più risparmi in banca rispecchia fedelmente le tante sfaccettature culturali, economiche e istituzionali del nostro continente e non solo. Paesi come Svizzera, Francia, Germania e Lussemburgo guidano la graduatoria grazie a modelli virtuosi di amministrazione personale e pubblica, ma ciascuna nazione presenta peculiarità uniche che contribuiscono a determinare non solo quanto, ma anche come si risparmia.