Il codice fiscale è considerato da molti un semplice identificativo amministrativo. Tuttavia, la crescente digitalizzazione dei servizi pubblici e privati ha aumentato esponenzialmente il rischio che questa informazione venga sfruttata dai truffatori per fini illeciti. Conoscere i reali pericoli collegati alla divulgazione non autorizzata del codice fiscale è fondamentale per proteggere sé stessi e i propri dati sensibili.
Perché il codice fiscale è così importante
Il codice fiscale è un codice alfanumerico di 16 caratteri assegnato dall’Agenzia delle Entrate che identifica in modo univoco ogni cittadino italiano nei rapporti con lo Stato e le amministrazioni pubbliche. Non riguarda solo le pratiche fiscali, ma si intreccia con numerose procedure sanitarie, previdenziali, bancarie e amministrative. Questo significa che al solo codice fiscale possono essere collegati dati come nome, cognome, data e luogo di nascita, anche se di per sé non fornisce informazioni sulla residenza o altri dettagli sensibili.
L’immobilità del codice fiscale è un ulteriore fattore di rischio: esso rimane invariato per tutta la vita di una persona, a differenza di altri dati che possono essere modificati. Questo facilita la sua tracciabilità e ne amplifica il valore per chi desidera utilizzarlo in modo improprio.
Cosa possono realmente fare i truffatori con il codice fiscale
Nonostante la diffusa preoccupazione, è importante sottolineare che, da solo, il codice fiscale offre possibilità limitate ai cybercriminali. Tuttavia, la situazione cambia radicalmente se questa informazione viene associata ad altri dati, come il numero di cellulare, l’indirizzo di casa o, peggio, documenti d’identità più completi.
- Ricostruzione dell’identità e social engineering: Conoscere il codice fiscale permette ai truffatori di risalire facilmente a dati come data e luogo di nascita. Queste informazioni possono essere utilizzate per tentativi di phishing, ovvero l’invio di comunicazioni ingannevoli dove il criminale si spaccia per una fonte ufficiale, con l’obiettivo di estorcere ulteriori dettagli sensibili attraverso tecniche di ingegneria sociale.
- Creazione di documenti falsi: L’utilizzo del codice fiscale per la creazione di documenti falsi rimane teoricamente possibile, ma nella pratica le possibilità sono ridotte se non c’è accesso anche ad altri dati rilevanti come indirizzo, documento d’identità, foto e firma. Per operazioni fraudolente di concreto impatto, i truffatori puntano a profili informativi più completi.
- Accesso a servizi online: Alcuni servizi digitali, soprattutto quelli associati alla identità digitale (come SPID o portali della Pubblica Amministrazione), possono essere oggetto di attacchi se il codice fiscale viene accoppiato a credenziali di accesso o informazioni di contatto. In casi gravi, truffatori potrebbero tentare di registrare un’identità digitale SPID a nome della vittima per appropriarsi di agevolazioni, gestire pratiche fiscali o accedere a dati sensibili.
- Frodi finanziarie: Il rischio di truffe finanziarie dirette tramite solo il codice fiscale è basso, poiché le banche e i sistemi di pagamento richiedono molteplici fattori di autenticazione. Tuttavia, il codice fiscale può essere usato come tassello iniziale per tentare accessi non autorizzati tramite tecniche di account recovery o per completare moduli di richiesta di prestiti online insieme ad altri dati ottenuti illecitamente.
- Truffe telefoniche e servizi non richiesti: Qualora ai dati del codice fiscale venisse associato anche il numero di telefono, il rischio maggiore è quello delle telefonate da call center truffaldini o dell’attivazione di servizi indesiderati, anche se in Italia questi fenomeni sono comunque controllabili tramite i sistemi di blocco degli operatori telefonici.
Le truffe più diffuse collegate all’uso improprio del codice fiscale
Nel panorama attuale, vengono segnalati alcuni schemi di frode ricorrenti in cui il codice fiscale svolge un ruolo centrale:
- Truffe tramite falso SPID: I cybercriminali possono utilizzare dati rubati per creare un nuovo profilo SPID a nome della vittima. Con questo strumento accedono a portali come quello dell’Agenzia delle Entrate dove potrebbero, ad esempio, cambiare l’IBAN per ricevere rimborsi fiscali o modificare dati anagrafici collegati a contributi e previdenza. Il fenomeno della “truffa del doppio SPID” ha ricevuto particolare attenzione per questa ragione.
- Email e comunicazioni false dell’Agenzia delle Entrate: Oltre ai furti di identità, si diffondono campagne di phishing che sfruttano il timore di controlli fiscali per indurre la vittima a fornire dati aggiuntivi, spesso a partire da un innocuo riferimento al codice fiscale, come ad esempio richieste di verifica dei dati per fantomatici aggiornamenti obbligatori.
- Richiesta di prestiti o carte ricaricabili: Il codice fiscale può essere utilizzato per inoltrare richieste online di finanziamenti o di rilascio di carte e servizi. Tuttavia, la conclusione positiva di queste pratiche da parte dei truffatori richiede quasi sempre altri dati come un documento di identità, indirizzo email e telefonico validi.
Come difendersi: comportamenti e precauzioni
La prima barriera di difesa consiste nella consapevolezza del valore dei propri dati e nell’adozione di comportamenti prudenti. Alcuni suggerimenti fondamentali includono:
- Diffondere il codice fiscale solo su siti ed enti affidabili, controllando sempre il protocollo HTTPS e l’autenticità dei portali.
- Non fornire mai più dati del necessario, soprattutto in presenza di richieste non formalmente motivate o provenienti da interlocutori non identificabili chiaramente.
- Proteggersi con sistemi di autenticazione a più fattori ove possibile, in particolare sulle piattaforme di home banking e identità digitale.
- Attivare la verifica delle operazioni bancarie via SMS, in modo da essere subito avvisati di qualsiasi tentativo di movimento sul conto.
- Monitorare regolarmente estratti conto e movimenti bancari per individuare rapidamente eventuali stranezze o accessi non autorizzati.
- Utilizzare un software antivirus aggiornato per schermare eventuali tentativi di furto dati che avvengano tramite phishing o malware.
In caso di sospetto furto di dati, è fondamentale intervenire tempestivamente:
- Segnalare l’accaduto alle autorità competenti, come la Polizia Postale.
- Avvertire immediatamente la propria banca o il gestore di servizi digitali.
- Modificare tutte le password delle piattaforme potenzialmente coinvolte.
Infine, l’aumento dei tentativi di truffa legati alla digitalizzazione della PA e dei servizi bancari significa che occorre mantenere alta l’attenzione e informarsi costantemente sulle nuove modalità di frode. Conoscere il potenziale utilizzo fraudolento del codice fiscale, e adottare le giuste strategie di difesa, rappresenta la migliore misura di prevenzione.