In estate, chi soffre di asma bronchiale si trova spesso ad affrontare una serie di fattori ambientali e abitudinari che possono accentuare la frequenza e l’intensità delle crisi respiratorie, anche in chi normalmente controlla bene la patologia durante il resto dell’anno. Le alte temperature, l’afa, l’aumento degli inquinanti atmosferici e la presenza di specifici allergeni rendono questa stagione particolarmente insidiosa per il benessere delle vie aeree di bambini e adulti asmatici.
Fattori ambientali che peggiorano l’asma d’estate
Uno dei principali fattori di rischio nel periodo estivo è rappresentato dal caldo intenso che, soprattutto nelle aree urbane, porta ad un incremento dei livelli di ozono nell’aria. L’ozono, prodotto in quantità maggiori per effetto della luce solare intensa sugli inquinanti veicolari, agisce come forte irritante bronchiale, favorendo la comparsa di crisi respiratorie e peggiorando la funzione polmonare, in modo accentuato nei soggetti già affetti da asma.
Anche l’inquinamento atmosferico aumenta durante l’estate, sia per la produzione accelerata di ozono sia per il ristagno di particolato fine (PM10) e monossido di carbonio, specie durante i periodi di afa e scarso ricambio d’aria. Questi inquinanti potenziano l’effetto infiammatorio sulle vie respiratorie, aggravando la sintomatologia asmatica e diminuendo la capacità polmonare soprattutto nei pazienti con malattia in forma medio-grave.
Non bisogna infine dimenticare le grandi variazioni di umidità: l’alternanza tra ambienti con aria condizionata molto secca e spazi esterni umidi o afosi può essere un ulteriore fattore scatenante della broncocostrizione, rendendo più instabile il quadro respiratorio durante l’estate.
L’allergia estiva e il ruolo dei pollini
Contrariamente a quanto si crede, anche la stagione estiva può essere ricca di allergeni ambientali. Diverse specie vegetali, come le graminacee, continuano a liberare pollini nell’aria fino a tarda estate, in particolare nelle zone costiere e nei territori di Centro e Sud Italia, contribuendo al mantenimento di una significativa infiammazione bronchiale.
Per molte persone, inoltre, l’interazione fra allergeni e inquinanti atmosferici comporta una potenziata risposta infiammatoria, con maggiore capacità degli allergeni stessi di scatenare sintomi anche in chi soffre di asma non allergico. Il periodo estivo, quindi, può rivelarsi problematico sia per gli asmatici allergici sia per quelli che in genere non presentano manifestazioni stagionali correlate ai pollini.
Nelle aree apparentemente protette, come le spiagge o le località di villeggiatura marina, non si è mai completamente al riparo: la presenza di specie vegetali locali, la circolazione dell’aria e la persistenza di pollini possono comunque mantenere costante il rischio di esposizione allergenica anche lontano dalle grandi città.
Le crisi asmatiche notturne durante la stagione calda
Una caratteristica peculiare dell’asma durante i mesi estivi è rappresentata dal peggioramento dei sintomi nelle ore notturne. Il caldo notturno, specialmente durante le ondate di calore estremo, interferisce con la fisiologica riduzione del calibro bronchiale che già si verifica nelle ore serali e rende più difficile il recupero della piena funzionalità respiratoria.
Ciò accade sia per l’impatto diretto delle alte temperature, che modificano il normale funzionamento dei meccanismi di difesa delle vie aeree, sia perché diminuisce l’efficacia dei farmaci inalatori, il cui effetto protettivo tende a ridursi durante la notte, proprio quando l’organismo è fisiologicamente più vulnerabile al restringimento bronchiale.
In queste condizioni è tipico sperimentare crisi asmatiche caratterizzate da tosse secca notturna, respiro sibilante, respiro affannoso e, nei casi più gravi, sensazioni di oppressione toracica o ansia, sintomi che possono durare da pochi minuti a svariate ore se non trattati tempestivamente.
Strategie di prevenzione e gestione in estate
Per ridurre l’impatto dei fattori di rischio estivi è essenziale adottare alcune strategie preventive specifiche, che includono la gestione medica e alcune abitudini comportamentali:
Particolare attenzione per le fasce più vulnerabili
I bambini, gli anziani e chi soffre di altre malattie croniche respiratorie sono particolarmente vulnerabili alle insidie dell’estate. Per loro è fondamentale evitare l’esposizione prolungata alle alte temperature e agli ambienti saturi di sostanze irritanti, assicurando la massima aderenza alle terapie prescritte e affrontando tempestivamente ogni peggioramento dei sintomi con il proprio medico di riferimento.
Informazione e gestione consapevole
Un ruolo chiave nella prevenzione delle complicanze è svolto dall’informazione: conoscere i fattori scatenanti ambientali e saperli gestire rappresenta la prima forma di difesa. Un’informazione aggiornata tramite i bollettini regionali che segnalano i livelli di ozono e i picchi di pollini può consentire di organizzare meglio le attività personali e proteggere la salute respiratoria.
Comprendere i meccanismi dell’asma e la loro relazione con i fattori ambientali permette anche ai soggetti non allergici di ridurre il rischio di crisi improvvise e migliora in generale la qualità della vita durante l’intera stagione. Si ricorda, a tal proposito, che l’asma è una patologia infiammatoria cronica che può essere controllata efficacemente solo con una gestione consapevole e individualizzata, a maggior ragione in presenza delle particolari condizioni dell’estate.
Resta fondamentale rivolgersi regolarmente al proprio specialista di riferimento per adattare e personalizzare le strategie terapeutiche in funzione dei cambiamenti stagionali e delle esigenze individuali, ponendo sempre particolare attenzione alla prevenzione.