Il paese shock dove bevono più bibite gassate che acqua: ecco cosa succede alla salute

In alcune parti del mondo vi sono nazioni in cui il consumo di bibite gassate supera largamente quello dell’acqua, fenomeno che apre interrogativi allarmanti sugli effetti per la salute della popolazione. Tra i paesi più emblematici di questa tendenza spicca il Messico, dove in alcune zone come il Chiapas, il consumo quotidiano pro capite di bibite gassate – in particolare la Cola – può arrivare a oltre 2 litri al giorno per abitante. Questo scenario non è soltanto il risultato di una scelta culturale, ma spesso anche di una necessità: l’acqua potabile, in molte comunità, è difficile da reperire e presenta sapori o odori sgradevoli, inducendo la popolazione a preferire bevande zuccherate e confezionate. Questa situazione è stata ampiamente documentata non solo a livello statistico, ma anche attraverso testimonianze dirette e ricerche sul campo, che evidenziano un quadro sanitario sempre più critico.

Quali paesi consumano più bibite gassate?

Nel contesto mondiale, Messico e Stati Uniti detengono il primato per il consumo di soft drink. Secondo dati recenti, un messicano medio consuma circa 169 litri di bibite gassate annui, mentre negli Stati Uniti si sale a 179 litri. Questi valori sono di gran lunga superiori a quelli degli altri paesi: la Germania, ad esempio, si ferma a 89 litri annui per persona. Nei paesi dell’America Latina, fattori culturali, sociali ed economici si intrecciano per spiegare la diffusione senza pari di queste bevande. In alcune città del Messico il consumo raggiunge livelli estremi: basti pensare che a San Cristóbal de las Casas, in Chiapas, la media pro capite giornaliera di Cola supera i 2,2 litri.

L’acqua, benché essenziale per la sopravvivenza, in queste aree non sempre è considerata sicura da bere dal rubinetto, poiché spesso contaminata o caratterizzata da un gusto sgradevole dovuto a tracce di cloro e ruggine. Così, le bevande industriali, dolci e confezionate, sostituiscono l’acqua come principale fonte di idratazione, anche per i bambini.

Effetti del consumo eccessivo sulla salute

Bevande zuccherate e gassate sono spesso percepite come innocue, ma la scienza medica ha ampiamente dimostrato gli effetti avversi di un consumo eccessivo e prolungato. Il primo e più immediato è l’aumento del rischio di obesità: Messico e Stati Uniti registrano tassi di obesità elevatissimi, pari al 33% della popolazione adulta. L’apporto calorico e glucidico di queste bevande è straordinariamente alto: un solo litro di Cola contiene circa 100 grammi di zucchero. Un consumo giornaliero superiore ai 2 litri si traduce in una quantità di zucchero che eccede di gran lunga le raccomandazioni internazionali e comporta rischi drammatici per la salute.

Patologie correlate

  • Diabete di tipo 2: Il consumo abituale di bibite gassate zuccherate innalza la glicemia in modo cronico, favorendo l’insorgenza del diabete, che in Messico rappresenta la prima causa di morte.
  • Malattie cardiovascolari: I continui picchi glicemici e insulinici, insieme all’aumento del peso corporeo, si correlano a un rischio maggiore di patologie delle coronarie e infarti.
  • Problemi epatici: L’eccesso di zuccheri comporta un sovraccarico metabolico per il fegato, promuovendo la formazione di steatosi epatica non alcolica (“fegato grasso”).
  • Compromissione della salute orale: L’elevata assunzione zuccherina, unita all’acidità delle bevande, produce erosione dentale e un forte aumento delle carie fin dall’infanzia.

Infine, recenti ricerche suggeriscono un possibile legame tra bibite gassate e invecchiamento cellulare precoce, complice lo stress ossidativo che queste bevande possono indurre. Inoltre, in presenza di coloranti e additivi artificiali, non è esclusa una ricaduta negativa sul benessere mentale, con alterazioni dell’umore soprattutto nei bambini e adolescenti.

Perché le bibite gassate vincono sull’acqua?

Il caso del Messico, ma anche quello di altre realtà simili, evidenzia un circolo vizioso sociale e ambientale. L’acqua potabile sicura e accessibile non è sempre garantita, e per motivi di sicurezza o di gusto, le famiglie scelgono alternative confezionate. Le multinazionali delle bibite hanno colto questa opportunità, strutturando campagne di marketing molto incisive e prezzi competitivi rispetto all’acqua imbottigliata, paradossalmente spesso più costosa e difficile da trovare nelle aree rurali.

Il consumo smodato non è esclusivo del Messico. In passato anche negli Stati Uniti le bibite gassate erano la prima fonte di liquidi, ma di recente si osserva una significativa inversione di tendenza: dal 2016, in America il consumo di acqua in bottiglia ha superato quello delle bibite gassate, segnalando una maggiore consapevolezza sui rischi correlati a queste ultime.

Impatto ambientale e misure di contenimento

Il tema del consumo eccessivo di bibite zuccherate riguarda non solo la salute dei singoli ma anche quella del pianeta. La produzione di bevande industriali richiede ingenti quantità d’acqua, utilizza packaging in plastica e sistemi di trasporto altamente inquinanti, generando un impatto ambientale rilevante. Un cambiamento nelle abitudini di consumo appare quindi urgente.

L’Unione Europea ha compiuto passi importanti per contenere la diffusione di bibite gassate, in particolare vietandone la distribuzione nelle scuole di molti paesi membri e promuovendo campagne di educazione alimentare. Tuttavia, è soprattutto nelle regioni in cui l’accesso all’acqua potabile è critico che i rischi sanitari e ambientali permangono più elevati, rendendo indispensabile un approccio integrato tra politiche di salute pubblica, investimenti nelle infrastrutture idriche e regolamentazioni sulla vendita di bevande zuccherate.

In conclusione, il “paese shock” non è soltanto una curiosità statistica, ma il simbolo di un’emergenza sociosanitaria globale, che riguarda la qualità della vita, il diritto all’acqua, le scelte industriali e la consapevolezza collettiva. Affrontare il problema significa prendersi cura, prima di tutto, delle generazioni future.

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